di oggi e noi prontamente lo rilanciamo
Trieste diventa la porta d’accesso del greggio Usa. E le multinazionali ora pensano a Genova e Savona
Italia preferita al grande Nord, strategica per pipeline e raffinerie sulla costa. La prima nave cargo attraccherà il 20 gennaio proveniente dal Texas
Nella tarda mattinata di ieri la «Theo-T» si trovava nelle
acque dell’Oceano Atlantico orientale, in linea d’aria sul parallelo dello
Stretto di Gibilterra, in rotta verso le colonne d’Ercole per poi entrare nel
Mediterraneo, doppiare in Adriatico e approdare a Trieste. La «Theo-T» è un
cargo, non uno qualunque, è la nave cisterna che trasporta il primo carico di
petrolio
americano destinato all’esportazione, dopo 40 anni di divieto adottato
da Washington negli anni Settanta in risposta alla crisi petrolifera.
Una delle iniziative volute con forza da Barack Obama
nell’ambito della crociata per l’indipendenza energetica degli Stati Uniti, e
resa possibile grazie alla rivoluzionaria entrata in scena del petrolio
«shale», quello ottenuto dalle argille. La navigazione della Theo-T è iniziata
il 1° gennaio, quando la «tanker» è salpata dal porto di Corpus Christi, in
Texas, carica di petrolio di ConocoPhillips e Nustar Energy estratto dal
giacimento Eagle Ford Shale, nel sud del Texas. Il greggio è destinato, al termine
di un viaggio di oltre 8 mila chilometri, all’Europa centrale, dove giungerà
attraverso il porto di Trieste, designata tra gli hub preferenziali per le
nuove rotte del greggio «made in Usa». Dallo scalo friulano, dove la Theo-T
potrebbe arrivare intorno al 20 gennaio, il petrolio giungerà attraverso le
«pipeline» - le condotte che partono dall’Adriatico - al cuore del Vecchio
Continente, con destinazione finale una raffineria tedesca che si trova
collocata tra Monaco e Norimberga.
Una rotta alternativa rispetto a quella che vede i grandi
porti del Nord Europa, hub privilegiato per il traffico commerciale e che
rientra in una più ampia strategia con cui produttori ed esportatori di greggio
Usa puntano a fare del Mare Nostrum il loro bacino di transito di riferimento.
Dalle prime rotte disegnate sulle mappe, ConocoPhillips, Nustar Energy e
Enterprise Products Partner, tanto per menzionare alcuni grandi operatori del
nuovo business dell’export petrolifero Usa, hanno individuato nell’Italia la
destinazione privilegiata per le rotte del greggio proveniente da Corpus
Christi e dintorni. La direttrice meridionale ovvero quella che include la
tratta Texas-Trieste è preferibile perché più pratica in termini di navigazione
per i bastimenti che salpano dalla punta più a sud degli Stati Uniti, a una
manciata di chilometri dal confine col Messico. La scelta può incuriosire anche
perché ad esempio, il carico di greggio della Theo-T è stato acquistato da
Vitol Group, società con sede in Olanda, il Paese con il più grande porto
d’Europa, ovvero Rotterdam. Tuttavia la rotta triestina, e più in generale
dell’Italia, trova il comune apprezzamento degli esperti, visto che la
mappatura delle infrastrutture petrolifere del Paese può aprire una serie di
scenari e di opzioni «economicamente convenienti».
L’Italia è una nazione che importa quasi totalmente il
greggio utilizzato, ma è uno dei centri più attivi dell’Europa in termini di
attività di raffinazione. Con i suoi 17 impianti, per un totale di due milioni
di barili processati ogni giorno, è la seconda maggiore «raffineria» del
Vecchio continente, dopo la Germania. Undici raffinerie sono situate sulla
costa vicino hub portuali in grado di ricevere petroliere di grande stazza come
la Theo-T. Dal porto di Trieste, ad esempio, il greggio viene distribuito in
diverse zone dell’Europa continentale grazie al Trans-Alpine Pipeline (Tap),
diretto alle raffinerie di Germania, Austria e Repubblica Ceca. In questo modo
si candida ad essere il centro di smistamento dominante di quella porzione di
territorio. Ma il capoluogo giuliano non è il solo scalo «competitivo» per
l’export del greggio Usa verso l’Europa. «Altri due porti italiani potrebbero
rivelarsi di importanza strategica», ci spiegano alcune fonti informate. Ed in
particolare indicano gli hub nei porti di Genova e Savona. Il perché è insito
anche in questo caso nelle dotazioni infrastrutturali. Dal capoluogo ligure il
greggio andrebbe attraverso il Central European Line (Cel) alle raffinerie
della Svizzera occidentale. Mentre da Savona il passaggio è attraverso le
condotte sotterranee che portano agli stabilimenti del Nord italia.
Non si capisce se Trieste è un porto friulano, giuliano o magari T.L.T.
RispondiEliminaNon si capisce se Trieste è un porto friulano, giuliano o magari T.L.T.
RispondiEliminadi certo la Theo T però non arriverà a Trieste:
RispondiEliminaTheo T goes first
The honour of first shipment went to Ionia Management’s 73,000-dwt tanker Theo T (built 2003), which was carrying a cargo bought by Vitol from oil giant ConocoPhillips when it departed NuStar Energy’s Corpus Christi terminal at the start of the year.
That tanker, a panamax, was initially reported as bound for Italy, though tracking data now lists its destination as Gibraltar.
Per la cronaca Semprini (la Stampa) ha copiato dal Wall Street Journal e il Piccolo da La Stampa.
Nessuno ha verificato, non dico leggendo stampa specializzata estera, ma nemmeno andando a vedere su marinetraffic.com.
Occhio ai giornalai...
Saluti
AM