martedì 5 dicembre 2017

FERRIERA : DIBATTITO TRAGICO O NOIOSO ?

Scegliete voi l'aggettivo più indicato per definire il dibattito sulla Ferriera di Servola tra tragico e noioso, ripetitivo o inconcludente, noi pensiamo che sia "provinciale".

Come è possibile che in tutti questi anni nessun politico abbia mai pensato di chiedere una valutazione ed un parere agli amministratori della Danieli ? 
La Danieli vende in giro per il mondo impianti siderurgici "chiavi in mano " e il loro parere sulla ferriera di Servola sarebbe sicuramente utile per arrivare ad una decisione.

Usciamo quindi dal provincialismo che caratterizza il nostro dibattito cittadino assolutamente ripetitivo e inconcludente e proviamo a mettere a confronto le argomentazioni del dibattito nazionale con quelle che vengono ancora usate a livello locale.

Come è possibile che a Trieste non si parli dell'uscita dall'utilizzo del carbone, prevista dagli accordi di Parigi sul clima ?


Leggiamo l'intervista a Michele Emiliano , presidente della regione Puglia, dove spiega i motivi che lo hanno spinto a presentare il ricorso al TAR contro le dilazioni concesse ad Arcelor Mittal per realizzare i piani di tutela ambientale. Vi consigliamo di leggere l'intervista avendo ben presente anche la lunga trafila di accordi, Autorizzazione Integrata Ambientale,notifiche che fanno parte dell'ormai lungo rapporto tra la regione FVG e Arvedi.

INTERVISTA DI MICHELE EMILIANO A REPUBBLICA


"Nulla contro l'Ilva ma ho il dovere 

di tutelare la salute dei tarantini"

Di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, dirigente del Partito democratico, dicono che governi con i no: no alla riforma sulla "Buona scuola", no alle misure anti Xylella, no al gasdotto Tap. E ora no anche al nuovo decreto sull'Ilva.

Emiliano, pensa davvero che si possa governare con i ricorsi?

«Non si tratta di dire dei sì o dei no. Ma, parliamo di Taranto, di avere a cuore o meno la salute dei cittadini e, quindi, il futuro dei lavoratori.
Non c'è nessuna ragione economica che può mettere in discussione il futuro dei bambini, delle donne e degli uomini di Taranto.
Permettetemi, questo non è un no. Questo è un argine. Ed è la nostra posizione».


Parliamo di Taranto. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, l'accusa di aver parlato con colpevole ritardo. E di aver in qualche modo condiviso il decreto che ora impugnate.

«Falso. La Regione ha presentato le proprie osservazioni al piano ambientale, ma sono state ignorate senza alcuna ragione. Eppure avevamo evidenziato chiaramente quali erano, secondo noi, le carenze. 

Faccio alcuni esempi: nel decreto non c'è alcun accenno al tema della valutazione di impatto ambientale, alla valutazione di incidenza e alla valutazione del danno sanitario. 

Non si tratta di burocrazia: hanno dimenticato di scrivere quali danni alla salute potrebbero subire i tarantini dalla produzione Ilva. Non mi sembra un dettaglio».

Dice Calenda: così la fabbrica rischia di chiudere.

«Ma così come?».

Con il ricorso.

«Ma scherziamo? Innanzitutto aver proposto un ricorso davanti al Tar di Lecce da non priva di efficacia l'aggiudicazione dell'Ilva all'acquirente. La vendita è invece bloccata dalle indagini dell'Unione Europea sulla concentrazioni.
Nessun danno può essere fatto alla procedura di vendita fino a marzo, quando si conoscerà il verdetto europeo. E in ogni caso anche l'atto verrà annulato dal TAR, l'aggiudicazione rimane intatta.

Il Governo e i sindacati le chiedono ritiri il ricorso.

Capisco che i rappresentanti dei lavoratori abbiano paura. Ma non c'è niente da temere, devono solo stare attenti a chi soffia sul fuoco. Quello che sta succedendo è gravissimo: io ho il dovere di proteggere la salute dei cittadinidi Taranto dalle malattie evitabili. E rivolgersi a un giudice per verificare la legittimità di un atto non è solo un mio diritto ma un mio dovere. Soprattutto mi chiedo: se sono così convinti che la legge sia corretta, perchè hanno così paura ?

Perchè ?

Non lo so. Ma so che cosa prevede il decreto: ha illegittimamente procastinato i termini di ottemperanza alle prescrizioni e i tempi di realizzazione di interventi che già da tempo avrebbero dovuto essere compiuti. Ha differito l'obbligo europeo di applicare le migliori tecniche disponibili per la produzione di ferro e acciaio. Ha immotivatamente prolungato i termini per gli interventi di copertura dei parchi minerali che nel 2012 era indicato come prioritario.

I soldi sui parchi ora sono pronti.

A oggi non sono ancora coperti. Tant'è che il il sindaco è costretto a chiudere le scuole e la ASL vieta ai bambini di giocare all'aperto ai Tamburi. Serve dire altro ?

Serve che lei non dica sempre no.

Ma è il governo che ci ha detto no , ignorando tutte le osservazioni al piano che noi abbiamo inviato loro il 5 settembre scorso.E comunque se il governo vuole evitare il giudizio ritiri il decreto e lo corregga seguendo le indicazioni di Comune e Regione avviando il processo di decarbonizzazione dell'ILVA.

Calenda dice che la decarbonizzazione è un'utopia.

E dice una sciocchezza. A Bruxelles ho parlato con gli uffici del Commissario all'Ambiente, Karmenu Vella, spiegando il nostro pianoche precede l'utilizzo di fonti fossili attraverso l'introduzione del gas che , almeno per l'attuale fase di transizione dovrà essere la materia prima da privilegiare. Il gas che arriverà in grandi quantitativi in Puglia, attraverso il gasdotto TAP, potrebbe essere utilizzato per l'IlVA e le centrali elettriche.

A Taranto sembra essersi riaperta la dicotomia tra chi vuole tutelare il diritto al lavoro. E chi il diritto alla salute. nel mezzo ci sono tutti gli altri, la maggioranza. Che non credono più a nessuno.

Il Trattato di Parigi impone entro il 2050 l'addio al carbone. Significa che l'Ilva dovrà chiudere. L'unica maniera per tenere insieme il tutto, salute e lavoro, il presente degli operai e il futuro dei loro figli, è abbandonare il carbone. E pazienza se si tratterà di abbandonare anche gli interessi di qualcuno.

Giuliano Foschini,                                                          01 dicembre 2017

Dalla Regione Friuli Venezia Giulia apprendiamo che saranno necessari 2 anni tra progettazione e autorizzazioni e 2 anni per la realizzazione delle coperture contro la polverizzazione. Il costo dell'operazione viene valutato in 38 milioni di euro. L'opera si concluderebbe quindi nel 2022 e i costi dell'investimento dovrebbero essere ammortizzati entro la data del 2050 indicata dall'accordo di Parigi sul clima per l decarbonizzazione. I dati li abbiamo ricavati dal documento della Regione FVG che trovate cliccando qui.

Ovviamente le note con il testo color arancio sono le domande e le considerazioni di FAQTRIESTE. Sarebbe il caso di confrontare il comportamento delle regioni Puglia e Friuli Venezia Giulia sui vari temi riguardanti la siderurgia nei due territori. Questo servirebbe a fare un passo avanti anche al dibattito locale che si ripete a scadenza trimestrale sui media locali.

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