sabato 23 agosto 2014

E' CORRETTO INSERIRE IL PORTO PETROLI NEL CONTEGGIO DELLA MERCE MOVIMENTATA NEI PORTI ?

Come può succedere che secondo la Presidente Monassi il porto di Trieste è in testa alla classifica dei porti italiani e per altri sta agli ultimi posti ? 
Non si tratta, in questo caso, di tecniche di comunicazione o di " vere bugie " ma solo del fatto che le diverse classifiche includono o meno il tonnellaggio delle rinfuse liquide (principalmente petrolio) nelle somme.

Andiamo a vedere quindi le diverse classifiche

Da questa tabella sulle movimentazioni del 2012 elaborata da Assoporti possiamo vedere che le merci sono divise per tipologia. RINFUSE LIQUIDE e RINFUSE SOLIDE nelle prime due colonne. Poi ci sono i contenitori (containers), i ro-ro (traghetti) e altre merci varie che formano la terza colonna denominata C. Poi c'è un totale e ci sono le colonne TEU'S (unità di misura dei container ) e i passeggeri. 

Questi dati sono stati pubblicati nell'ottobre 2013, quindi nell'ottobre 2014 saranno disponibili gli elaborati relativi al 2013. Ma non servirà ancora due mesi, è già stato comunicato che il Porto di Trieste ha superato Genova ( in questa particolare classifica che include anche il tonnellaggio del porto petroli ) con 56.000 migliaia di tonn contro le 49.500 migliaia di tonn. dello scalo ligure. L'annunciato incremento del pompaggio del terminal SIOT ha inciso su questa classifica.
Ma possiamo ragionare di porti e di infrastrutture portuali necessarie, ed anche della corrispondenza con i posti di lavoro basandoci su questa classifica?

Ad integrazione del testo della "RIFORMA RENZI - LUPI" dei porti c'è una relazione illustrativa dove in un paragrafo si affronta proprio questa domanda:

Venendo al nostro Paese, da un’analisi dei porti in cui è stata movimentata una quantità di merci superiore a 10 milioni di tonnellate risulta che il numero è di 14 impianti portuali: Savona, Genova, La Spezia, Livorno, Napoli, Gioia Tauro, Taranto, Ancona, Ravenna,  Venezia, Trieste, Messina – Milazzo, Augusta e Cagliari. 



Ma se la soglia si sposta a 25 milioni di tonnellate il numero di porti si riduce a 8 soli impianti (Genova, Livorno, Gioia Tauro, Taranto, Venezia, Trieste, Augusta, Cagliari). 













Entrando nel merito delle filiere logistiche e merceologiche si evidenzia che, scartando le rinfuse liquide, scartando cioè quella componente che non caratterizza l’intermodalità dell’impianto portuale, rimangono, con soglia superiore sempre ai 25 milioni di tonnellate di merci, solo 2 porti: Genova e Gioia Tauro. 









Alla soglia di 15 milioni di tonnellate il numero sale, oggi, a 7 porti ( Genova, la Spezia, Livorno, Gioia Tauro, Taranto, Ravenna, Venezia). 









Risulta evidente da queste tabelle ( che abbiamo realizzato in base alla relazione illustrativa ) che senza il traffico del porto petroli lo scalo triestino non entra nemmeno nella lista dei porti che movimentano almeno 15 milioni di tonnellate senza conteggiare le rinfuse liquide. 

1 commento:

  1. Performance reali o taroccate ?

    La Portualità Triestina dovrebbe avere il coraggio/l'umiltà di non voler più sfruttare impropriamente come avveniva spesso in passato le tanto decantate "strabilianti performance del nostro Scalo" relative alle merci che complessivamente venivano annualmente movimentate nelle nostre banchine "sbandierandole come vanto delle nostre grandi capacità e potenzialità".

    Analizzando seriamente/razionalmente i dati statistici, credo che le nostre citate strabilianti performance risulterebbero purtroppo alquanto modeste e notevolmente ridimensionate, se dai valori ufficiali delle merci complessivamente movimentate andiamo a togliere i milioni di tonnellate del petrolio della SIOT, le Rinfuse della ferriera di Servola, ed i Traffici Ro/Ro relativi alle cosiddette Autostrade del Mare, tutti Traffici pur sempre importanti anche se modesti portatori di valore aggiunto soprattutto in merito al scarso numero di avviamenti al lavoro che producono, ma che comunque di fatto nulla hanno realmente a che fare ne con le capacità manageriali degli Amministratori dello Scalo e neppure in termini di potenzialità e competitività del nostro ormai datato assetto infrastrutturale ed attrezzamento nei confronti dei nostri antagonisti vicini/lontani.

    Potenzialità che purtroppo sono state per lungo tempo inibite da alcune mancate scelte del passato, sopratutto in fatto di possibile recupero di ampi spazi al mare,per creare nuove banchine e piazzali e poter quindi sfruttare adeguatamente i tanto decantati 18 m dei nostri profondi fondali naturali. La mancata pianificazione e realizzazione delle opere delle quali il nostro Scalo avrebbe avuto assoluto bisogno per eliminare almeno in parte il degrado e quella patina museale che alleggia su buona parte dei nostri litorali, a creato di fatto una situazione in cui non ci sono le condizioni ideali per poter affrontare senza affanni le difficili sfide della Portualità del terzo millennio e quindi sfruttare a dovere le notevoli opulente opportunità che il Corridoio Baltico Adriatico sarebbe certamente invece in grado di offrire.

    Brunello Zanitti Giuliano
    Ulteriori approfondimenti ed immagini sulla Portualità si possono trovare sul mio Sito sfogliando il capitolo "attività Emporiali" http://sceltemancate.trieste.it

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