giovedì 26 febbraio 2015

DOPPIA MANOVRA FERROVIARIA – DESCRIZIONE (2)

Gli addetti di ADRIAFER formano il treno sul molo VII e caricano i vagoni (FASE 1 )

Poi lo posizionano in attesa sui binari tra il muro e il mare ( FASE 2) perché non possono operare al di dei varchi di passaggio

I manovratori di SERFER agganciano il treno e lo trainano attraverso il varco per poi farlo partire ( FASE 3) verso l’ingresso della galleria di cintura che facendo una grande curva sotterranea di più di cinque km farà arrivare il treno a congiungersi ( all’altezza di Miramare ) con la ferrovia che dalla Stazione Centrale va in direzione Monfalcone lungo la costiera triestina.
nostra elaborazione su immagine tratta da Google earth

Questa “ doppia manovra “ è necessaria perché ADRIAFER non è riconosciuta come impresa ferroviaria e quindi deve passare il convoglio a SERFER che è al 100% proprietà di Trenitalia Cargo – Gruppo  FS.


La “ doppia manovra “ comporta un costo più alto rispetto ad altri scali ed in particolare al confronto con il porto di Koper che è il diretto e più vicino concorrente.

La “ doppia manovra “ con il passaggio tra le due società è necessaria sia in partenza (fase OUT – come nell’esempio illustrato) sia quando i treni arrivano in porto per caricare le merci sulle navi in partenza ( fase IN ). Abbiamo fatto l’esempio con un treno che parte dal Molo VII ma la “doppia manovra “ riguarda tutte le operazioni ferroviarie in quanto le aree di manovra sono ben distinte per le due società e ADRIAFER non può operare sui binari di proprietà di RFI dello scalo di smistamento di Trieste Campo Marzio.

La questione dei costi e delle possibili soluzioni la affronteremo in un prossimo post. Qui possiamo solo aggiungere alcuni riferimenti per capire come si è arrivati a questa situazione.

UNA BREVE RICOSTRUZIONE. Per le caratteristiche del lavoro portuale e le esigenze di carico e scarico le operazioni di manovra erano capillari tra i terminal e le banchine. In alcuni casi serviva aspettare che il vagone venisse caricato o scaricato per poi spostarlo e mettere il seguente in posizione. In altri casi i vari vagoni per formare il treno venivano posizionati e poi recuperati dai vari magazzini e hangar.

Queste operazioni, che erano simili nei vari porti italiani portarono le Ferrovie dello Stato a firmare delle convenzioni con i porti di Genova, Savona, Napoli, Venezia e Trieste affidando quindi la manovra di banchina ai rispettivi Enti portuali. Le Ferrovie dello Stato preferivano pagare all’Ente Porto il servizio piuttosto che impiegare uomini e mezzi.

Nel tempo le Ferrovie dello Stato versarono sempre meno soldi ad ogni rinnovo delle convenzioni e gli operatori portuali si ritrovarono a pagare quindi la manovra portuale all’Ente Porto e quella ferroviaria alla società SERFER istituita appositamente da RFI per gestire questo lavoro. Negli anni la manovra portuale venne affidata alla società ADRIAFER al 100% di proprietà dell’Autorità Portuale.


Per arrivare alla situazione attuale della quale faremo i conti in un successivo post.

6 commenti:

  1. Per eliminare la "doppia manovra",basterebbe soltanto che R.F.I.,tramite un protocollo di sicurezza,dia il permesso ad Adriafer di prendersi in consegna i treni a Campo Marzio.Questo senza costituire un'impresa ferroviaria,la morale è che R.F.I.,non vuole mollare Campo Marzio ,così mettendo in difficoltà le varie realtà.
    Il personale Adriafer è in possesso di moduli e patenti rilasciati da Trenitalia,quindi il personale può benissimo operare in quella zona,ovviamente con qualche giorno di affiancamento.

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    1. Ma in uscita (e analogamente in entrata) Serfer viene a prendere il treno con il locomotore che poi continuerà il trasporto fino a destinazione oppure in stazione c'è ancora un cambio di locomotore?

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    2. C'è ancora un cambio... al diesel di manovra si sostituisce il locomotore elettrico

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Leggo spesso del fatto che bisognerebbe autorizzare Adraifer ad uscire sui binari dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, ma se proprio vogliamo seguire il trend della privatizzazione dei beni pubblici, sarebbe molto più sensato capovolgere la situazione e permettere alle imprese ferroviarie di lavorare in porto, abbattendo i monopolismi e permettendo una maggiore concorrenzialità nelle tariffe

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    1. Il "trend" come lo definisci tu,al porto di Trieste non si può seguire,per fortuna o per colpa per qualcuno esiste l'Allegato VIII,per chi non lo sa e non lo vuole capire, negli art. 1-20 sono contenuti i principi fondamentali della disciplina del Porto Franco, quindi i servizi,come quello della manovra ferroviaria,devono rimanere del porto per il porto.Quindi o R.F.I. da il permesso ad Adriafer di andarsi a prendere il proprio materiale rotabile,o come sempre si darà la colpa alle tariffe...alla doppia manovra......
      Saluti.

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