mercoledì 4 marzo 2015

RASSEGNA STAMPA PROGETTO AMEM PER SERVOLA - APRILE 2014

Dedicato a tutti gli smemorati 

di seguito gli articoli dedicati dal quotidiano IL PICCOLO nell'aprile 2014 al progetto AMEM, che il giornalista definiva "fantasmagorico " e " stucchevole ". Erano i giorni in cui si delineava il piano di Arvedi per la Ferriera di Servola, i giorni in cui era stato reso pubblico anche un progetto studio di Alpe Adria sulla stessa area e quindi il giornale locale aveva denominato il progetto AMEM come "piano C ".

Rassegna stampa 9 aprile 2014

E per il dopo-Ferriera spunta il “piano C” - 
Lo propone la Anem di Vienna: un megaterminal galleggiante per navi da oltre 18mila teu



Sgonfiato il primo progetto per Servola alternativo all’opzione Arvedi dallo stesso presidente della società che l’ha prodotto, Gianpiero Fanigliulo di Alpe Adria che anche ieri lo ha pubblicamente definito «bellissimo, ma superato», rischia di prendere quota, forse per occulte spinte politiche, un secondo, se possibile ancor più fantasmagorico. 

È una sorta di piano C consegnato tra l’altro all’Autorità portuale e alla stessa Lucchini. In questo caso il proponente è la Anem cioé l’Austrian marine equipment manufacturers, società di Vienna che in sostanza propone di realizzare nello specchio acqueo antistante la Ferriera una grande struttura galleggiante (si tratterebbe di teconologia Vlfs cioé Very large floating structures) che funga da megaterminal container per ormeggiare, grazie ai profondi fondali triestini, navi di 18mila e più teu. 

«I Vlfs - si legge nella prefazione del documento consegnato da Johannes Kuehmayer - sono in grado di offrire una seria alternativa alle banchine convenzionali e dunque il concetto alla base della soluzione proposta da Anem non è condizionato da ostacoli che nascano per i lunghi processi decisionali sul futuro dell’area Lucchini, né sulla individuazione del chi e come eseguire la bonifica del sito o del come si elimineranno migliaia di tonnellate di materiale contaminato, nemmeno sulla definizione di chi e come dovrà sostenere i costi di tutto questo.» 

A parte il fatto che non vi è alcuna indicazione su eventuali interessamenti all’operazione da parte né di imprenditori né di armatori, sembrerebbe di capire che da tutta l’operazione Trieste non guadagnerebbe nemmeno la bonifica del sito. Il punto di partenza della proposta è «la firma di un memorandum d’intesa tra le ferrovie russe e quelle austriache con il coinvolgimento di partner ucraini e slovacchi». 

L’attuale crisi russo-ucraina è evidentemente l’ennesimo punto interrogativo. «L’accordo - rileva l’Anem - prevede il prolungamento della linea ferroviaria a scartamento largo (Transsib) da Kosice in Slovacchia alla regione Vienna-Bratislava e trasformerà Vienna nel più importante hub container dell’entroterra europeo. I tunnel già in costruzione elimineranno i colli di bottiglia dell’asse Baltico-Adriatico in Austria e apriranno un hinterland di enorme portata e rilevanza economica per il porto di Trieste.» 

La conclusione è ancora più stucchevole perché si invitano i soggetti interessati a ripensare il ruolo di Trieste e avviare subito negoziati con l’Alleanza P3 (Maersk, Msc e Cma-Cgm) la stessa con cui il vero terminal container di Trieste ha trovato già molti mesi fa accordi in base ai quali la prima nave della P3 arriverà sul Molo Settimo già ad agosto.

(s.m.)

Rassegna stampa 24 aprile 2014

SPUNTA UN GRUPPO ASIATICO NELLA GARA PER LA FERRIERA

«Il progetto di un nuovo terminal container in versione flottante (Vlfs) non interferisce con il piano di Arvedi, ma è sinergico e complementare in una visione dell’area della Ferriera del dopo-siderurgia e del dopo-Cip6 come ulteriore estensione del comprensorio in chiave logistico intermodale, magari di interesse dello stesso Gruppo Arvedi.»

Lo precisa Johannes Kuehmayer, presidente della società viennese Austrian maritime equipments e presentatore per Servola di un estemporaneo progetto che in sostanza propone di realizzare nello specchio acqueo antistante la Ferriera una grande struttura galleggiante che funga da megaterminal container per ormeggiare navi di 18 mila e più teu. «Amem - specifica Kuehmayer - non vuole essere un competitor di Arvedi.»

 di Silvio Maranzana 

Arvedi non è l’unico pretendente alla Ferriera di Servola.

L’amministrazione straordinaria della Lucchini ha infatti ieri reso finalmente noto che sono due le manifestazioni d’interesse presentate entro il termine del 21 aprile e che provengono rispettivamente da un gruppo italiano e da uno straniero. Le informazioni ufficiali finiscono qui, ma mentre sul primo vi è la certezza che si tratti del Gruppo cremonese, per il secondo concorrente le uniche illazioni provenienti da fonte autorevole rimandano a un gruppo asiatico, definito esattamente «orientale». 

Entrambe le proposte, pur in questa fase preliminare, come sottolinea la nota firmata dall’amministrazione straordinaria di Lucchini spa e Servola spa, sono incomplete rispetto agli allegati richiesti. Il commissario straordinario Piero Nardi ha dato tempo fino a domenica prossima per completarle. La presenza di Arvedi, confermata già venerdì scorso dalla Regione in base alla comunicazione fatta dallo stesso commissario anche al Ministero per lo sviluppo economico, è stata ieri ammessa anche da Francesco Rosato, amministratore unico di Siderurgica Triestina la società creata ad hoc dal Gruppo cremonese per puntare su Servola.

«In questa prima fase abbiamo presentato quasi esclusivamente la manifestazione d’interesse - ha specificato Rosato - ora ci apprestiamo a produrre anche il piano industriale e quello finanziario.» La proposta concorrente, presumibilmente concretizzatasi negli ultimi giorni, sembra aver parzialmente preso in contropiede la stessa Regione. «Forse inaspettata ma non da leggersi, in questa fase, in termini negativi - ha rilevato ieri la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - la presentazione di una seconda manifestazione d’interesse, in questo caso proveniente dall’estero, per l’acquisizione del complesso siderurgico della Ferriera di Trieste. Finora le istituzioni del territorio si sono confrontate con la proposta formulata dal gruppo Arvedi - ha aggiunto - Ora non si può che attendere di valutare con attenzione i contenuti di questa seconda manifestazione d’interesse per uno stabilimento industriale su cui la Regione ha da sempre mostrato la massima attenzione». 

Nel giro di poche ore sono nate e tramontate due piste sviluppatesi però da basi stabili e in particolare dal sopralluogo fatto in città da top manager dei gruppi logistici Contship Italia e Dubai ports. Non è sfuggita in particolare la presenza nelle settimane scorse in piazza Unità, dove vi sono i palazzi della Regione e del Comune, dei due vicepresidenti di Contship Italia, Marco Simonetti (terminal marittini) e Sebastiano Grasso (attività logistiche e intermodali), mentre viene dato per certo anche un sopralluogo di top manager di Dubai ports. La banchina della Ferriera del resto era stata oggetto di momentanea attenzione anche da parte di Apm terminals, la società terminalistica di Maersk, società leader mondiale nel settore dei container, ma era stata scartata «per la complessità dell’area e i tempi troppo lunghi necessari per la sua riconversione, bonifiche comprese.» 

Nell’asta fatta per Piombino per rilevare i quattro laminatoi si erano fatti avanti anche i fratelli indiani Naveen e Sajjan Jindal a nome della Jindal Power Limited, società che fa parte dello stesso gruppo familiare cui appartiene Jindall Saw che ha preso in affitto per cinque anni la Sertubi. Non è escluso che la pista “orientale” possa portare a questa società. 

Sia Contship che Dubai ports invece si occupano pressoché esclusivamente di logistica, mentre la nota stessa emessa ieri dall’amministrazione straordinaria rileva che «il presupposto per partecipare era la volontà di proseguire con l’attività siderurgica nel sito di Servola.» 

«Chi non prosegue con la siderurgia - specifica Francesco Semino, segretario amministrazione straordinaria - perde i 22 milioni previsti dal bando.» Sono quelli derivanti dalla risoluzione anticipata del cosiddetto Cip6 e che Elettra deve alla Servola spa.


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