E tutti e due scrivono per Ship2shore ?
Queste sono le domande che poniamo dopo aver confrontato questo articolo del 24 aprile 2015 con quello del 31 dicembre dello stesso anno. Ci sembra che i giudizi e la caccia al delatore proposte nell'articolo di aprile siano in contrasto con le tesi sostenute nell'articolo più recente di un paio di giorni fa.
La concessione è la stessa, il giornalista è lo stesso, qual è la differenza allora ?
L'articolo di aprile difende la concessione e dichiara che l'obiettivo del delatore sarebbe stata la precedente presidente dell'Autorità Portuale Marina Monassi.
L'articolo di dicembre attacca la presidente della Regione Serracchiani e ipotizza una procedura d'infrazione che era già stata esclusa in aprile ?
L'ARTICOLO POTETE LEGGERLO IN ORIGINALE A QUESTO INDIRIZZO :
Tutto ok sulle concessioni triestine, resta l’ombra della delazione anonima
Accantonata definitivamente la procedura EU Pilot sui
rinnovi di TMT, Siot e Teseco. Non resta che rivelare chi (il perché è noto) ha
voluto bloccare per sei mesi lo sviluppo del porto di Trieste
Come era scontato che fosse, la procedura EU Pilot avviata dalla
Commissione Europea sul rinnovo delle concessioni terminalistiche di TMT –
Trieste Marine Terminal e di Siot e sul rilascio di quella di Teseco si è
conclusa in una bolla di sapone.
“Accogliamo con sollievo l’ufficializzazione della chiusura
favorevole dell’EU Pilot riguardante le tre concessioni del nostro porto da
parte della DG Mercato interno e
servizi della Commissione Europea. Il
Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei
Ministri ci ha comunicato oggi che la Commissione europea ha accettato le
nostre risposte ed ha deciso di archiviare il caso” ha reso noto l’Autorità
Portuale.
Dopo sei mesi abbondanti di incertezza e di conseguente
congelamento di ogni decisione, quindi, il Commissario Straordinario dell’ente
Zeno D’Agostino potrà “proseguire nell’azione strategica di sviluppo del porto.
Grazie a questa notizia ci possiamo concentrare finalmente sulle questioni più
operative”. Via libera quindi ai 50 anni di concessione ulteriore per Siot (che
gestisce il terminal petroli di Trieste, uno dei maggiori d’Italia), al
prolungamento sessantennale per TMT, che quindi ora potrà avviare gli
interventi di prolungamento del molo di 200 metri e allargamento della banchina
nord di 20 metri, e a Teseco, che, a fronte di 60 anni di concessione, potrà
provvedere alla realizzazione di un terminale Ro-Ro e multipurpose, previa
bonifica, infrastrutturazione e banchinamento di 63.203 mq nel Canale
Navigabile di Zaule.
Sulla vicenda però resta un’ombra scura. Oggi, dopo aver
eluso per mesi la domanda, a giochi fatti Bruxelles ha negato di aver aperto la
procedura su delazione, ma di aver proceduto d’ufficio.
Una tesi davvero poco
credibile: se fosse vera, significherebbe che a Bruxelles dormono della grossa,
perché la proroga delle concessioni a fronte di un programma di investimenti a
lungo termine è un cardine dell’intero sistema concessorio portuale italiano,
tanto che proprio negli stessi giorni in cui si predisponevano gli atti
triestini, in diversi altri porti italiani si faceva altrettanto (è il caso dei
terminal LSCT e TdG a La Spezia o del TDT di Livorno).
Perché allora la
competente DG avrebbe dovuto aprire un’indagine soltanto su Trieste?
Ben più sensato che la procedura EU Pilot e i conseguenti
sei mesi di blocco degli investimenti scaturiscano da una delazione pervenuta a
Bruxelles. Una delazione che aveva un unico obiettivo chiaro: screditare, in
vista della scadenza del mandato, l’operato dell’ex presidente dell’Autorità
Portuale Marina Monassi, firmataria di quegli atti. L’evidenza di questo
obiettivo era tale che il delatore nemmeno si prese la briga di segnalare che
il presunto misfatto – appunto la proroga delle concessioni a fronte di un
programma di investimenti a lungo termine – è la prassi italiana: ovvio che
passasse tutto in cavalleria.
Ciononostante, complice una stampa distratta o peggio, la
procedura EU Pilot è stata oltre che un danno enorme per il porto di Trieste un
ottimo e facile pretesto per attaccare ferocemente la precedente
amministrazione dell’ente.
Sarebbe un’importante prova di trasparenza, quindi,
se il nuovo vertice dell’Authority rendesse nota (o chiedesse a Bruxelles di
farlo) l’origine della delazione: l’anonimia delle denunce, che permette,
nell’impunità più assoluta (giuridica e mediatica), di stoppare processi
economici di evidente interesse pubblico e di condurre campagne diffamatorie ad
esclusivo uso politico, è un metodo da OVRA, indegno, soprattutto in ambito di
amministrazione pubblica, di un’Unione Europea fra paesi sedicenti democratici.
Andrea Moizo 24/04/15
Il varo del nuovo regolamento,
promesso da mesi dal Governo, sarebbe stato bloccato dall’intervento della DG Competition
Il provvedimento è atteso da 21 anni e
sono passati ormai 40 giorni da quando il Ministro delle Infrastrutture e
Trasporti assicurò, durante una visita a Genova, che il regolamento sulle concessioni portuali era “alla firma del
Ministero dell’Economia”.
E diversi mesi dall’annuncio della predisposizione del relativo decreto.
Che però, ad oggi, sembrerebbe essersi
perso da qualche parte. O esser finito nelle strette maglie della DG
Competition. Lunedì scorso, infatti, il nuovo regolamento sulle “concessioni portuali”,
nella versione elaborata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
e circolata a fine ottobre (nessun obbligo di gara né limiti di durata), è stato
inserito dal Corriere della Sera in una lista di 11 dossier
problematici, 11 temi, cioè, su cui le decisioni del Governo, sottoposte alla
Commissione Europea, sarebbero state da questa stigmatizzate e/o stoppate. Fra
essi argomenti arcinoti come il pacchetto di aiuti legato alla cessione di Ilva
e i rinnovi delle concessioni autostradali.
Nonché, appunto, il regolamento sulle
concessioni portuali. Sono passati due giorni e, malgrado l’esplicita richiesta,
il Governo non ha smentito il quotidiano di Via Solferino. “A noi risulta che
il regolamento abbia superato l’iter nazionale e che sia poi stato sottoposto a
Bruxelles. Non abbiamo riscontri ufficiali, ma i rumor sostengono che non
sarebbero stati creati problemi dalla DG Competition” spiega Marco Conforti,
presidente di Assiterminal, che però aggiunge: “Ci era stato assicurato che il
regolamento sarebbe stato emanato prima di Natale. Certo, dopo 21 anni di
attesa, anche se fosse il 15 gennaio non ci sarebbe da lamentarsi. Vedremo,
quel che posso dire è che non mi risultano problemi da Bruxelles”.
Tant’è, però, il regolamento ancora non
c’è e il Governo non ha smentito le indiscrezioni del Corsera, che
peraltro confermerebbero i rilievi sul provvedimento sollevati anche in Italia dal senatore Maurizio
Rossi. Nel frattempo si è proceduto (“con l’eccezione, distorsiva della
concorrenza, di un unico porto” ricorda Conforti riferendosi al caso genovese) e, in alcuni casi, accelerato, coi rinnovi ultradecennali ‘all’antica’,
cioè secondo la normativa vigente (con scarso o nullo ricorso a procedure ad
evidenza pubblica e spesso labile legame fra piani d’investimento e durata
delle concessioni). Con partecipazione sentita, anzi, del partito di
maggioranza di Governo, come a Trieste ad esempio, dove la governatrice Debora Serracchiani ha celebrato in
pompa magna i 60 anni di proroga assentiti all’accoppiata Maneschi-Aponte sul
TMT-Trieste Marine Terminal, organizzando addirittura una cerimonia in Regione.
Andrea Moizo 30/12/15
Cari amici di Faq Trieste,
RispondiEliminamalgrado la domanda non mi sia stata posta direttamente, vi rispondo con piacere. E, come sempre e contrariamente ad altri, mettendoci firma, faccia e connesse responsabilità.
Il giornalista è uno solo ed evidentemente il senso dei due articoli citati non è stato compreso. Provo a ri-spiegarli.
Quello di aprile riguardava la procedura EU Pilot aperta mesi prima dalla Commissione Europea sul caso di 3 concessioni triestine (proroga di TMT e Siot, rilascio di Teseco). All’epoca non esisteva alcun dibattito né ovviamente alcuna bozza del regolamento sulle concessioni portuali che il MIT da 21 anni deve emanare per ottemperare al dettato dell’84/94 e superare l’attuale assetto normativo che disciplina il tema, risalente a norme che hanno dai 70 ai 20 anni.
Ogni porto infatti utilizzava senza problemi le regole esistenti. Vale la pena ricordare i casi coevi di porti e terminal importanti almeno quanto i 3 triestini: il TDT di Livorno, l’LSCT e il TdG di La Spezia etc., tutti rinnovati senza gara, senza pubblicità e via dicendo.
Chissà perché, però, Bruxelles eccepì solo sul caso triestino?
La procedura EU Pilot, come è facile intuire e come spiega la stessa Commissione (qui), non viene in genere sollevata d’ufficio dalla Commissione. Specialmente per casi così puntuali come 3 concessioni in un unico porto, di cui ovviamente Bruxelles nulla sa se qualcuno non la imbecca. Tutti sanno invece che ciò è avvenuto per Trieste e forti sono gli indizi sulla mano dell’estensore, sebbene la mancanza di prove abbia per ora impedito di farne il nome.
Per questo ho scritto e ribadisco ora che da istituzioni democratiche mi aspetterei chiarezza e quindi pressione sulla Commissione per conoscere la delazione. Che ha evidentemente danneggiato Trieste (dove non si è potuto procedere come si è proceduto in altri porti italiani nello stesso periodo) all’esclusivo fine politico di screditare Monassi. Può piacere o non piacere, ma è un fatto che Monassi, con bilanci in ordine e traffici in crescita, non è stata confermata, utilizzando anche il pretesto dell’apertura EU Pilot, laddove altri presidenti (vedasi ad esempio l’incredibile caso di Civitavecchia) continuano a restare in sella cascasse il mondo.
CONTINUA
2)
RispondiEliminaVeniamo al secondo articolo. Ma per correttezza verso i lettori di Faq, che non sono stati edotti al riguardo, riassumo quanto accaduto nel mentre.
Come tutti sanno, eliminata Monassi e subentrato D’Agostino, la procedura Eu Pilot è finita in vacca e si è ripartiti con le proroghe.
Intanto, però, siccome a Genova c’è una Procura piuttosto incarognita su temi portuali, quando Merlo l’estate scorsa si è vista arrivare una sfilza di richieste di rinnovi (i terminalisti sanno che la cuccagna prima o poi finirà e si stanno affrettando a mettere radici), consapevole della totale incompatibilità dell’ordinamento italiano in essere con quello comunitario, si è comprensibilmente cagato addosso e, prima di provvedere, ha chiesto lumi al Ministero, forte del fatto che lo stesso Ministero è da 21 anni inadempiente al riguardo (vedasi art.18, l.84/94).
E il Ministero, renzianamente, ha detto: “Tranquilli, dateci poche settimane e ci pensiamo noi, facciamo il regolamento in un attimo e ci facciamo dare pure l’imprimatur dalla Commissione”. Lo hanno fatto ed è un pasticcio (leggasi qui). Tale che è chiaro a tutti che presentandosi a Bruxelles con un simile scempio (e fardellati delle schifezze illiberali in materia di autostrade, banche etc) l’esito è scontatamente negativo.
Ora, al di là del fatto che a scrivere quanto sopra è stato il vicedirettore del Corriere della Sera e non il sottoscritto, che l’abbiano fatto o meno (di sottoporre la cosa a Bruxelles) non c’è certezza (a breve pubblicherò un articolo al riguardo). Resta il fatto che sottoscrivere proroghe PENDENTE L’EMANAZIONE DEL REGOLAMENTO (qui sta la differenza di opportunità; nel merito penso che fosse una schifezza anche quando a farla era Monassi, perché l’assetto normativo vigente non garantisce la massimizzazione dell’utilizzo di un bene pubblico né la trasparenza: voi conoscete il canone che Maneschi ed Aponte pagheranno per i prossimi 60 anni…?) è una scelta che alcuni hanno fatto (Trieste, ma anche La Spezia e Savona) e altri no (Genova: secondo voi perché Merlo si è dimesso dopo 8 anni a due mesi dalla fine del mandato?).
Ognuno se ne assumerà le relative responsabilità. Che potranno anche essere nulle, perché sono molti i casi in cui la Commissione ha sorvolato sulle magagne corporative, italiche e non. Nulla dice che anche stavolta non la si faccia franca. In tutto ciò TMT è un terminal importantissimo e Trieste ha la peculiarità che l’intera faccenda è stata esaltata dalla governatrice della Regione. Che, caso vuole, è anche vicesegretario nazionale e responsabile nazionale trasporti e infrastrutture del partito di Governo.
Ergo, tutto ciò, spero ne conveniate, è una storia, una storia vera, comprovata e interessante. E noi giornalisti (in senso generale, eh, mica siamo due con lo stesso nome…!) di mestiere raccontiamo storie, meglio se vere, comprovate e interessanti.
Firmando. E assumendocene le conseguenti responsabilità.
Saluti cordiali
Andrea Moizo