venerdì 29 aprile 2016

EX LUCCHINI : CHE FINE HA FATTO L’AREA A CALDO DI PIOMBINO ?

noi di FAQ Trieste abbiamo fatto questa telefonata ad un esperto delle "cose" siderurgiche di Piombino. Lo stabilimento siderurgico era il pezzo forte del Gruppo Lucchini, gruppo di cui ha fatto parte anche la Ferriera di Servola.


Per cominciare grazie per il tempo che ci dedichi. Ci descrivi la situazione degli impianti, in particolare dell'area a caldo, dopo le note vicende del commissariamento del gruppo Lucchini ?

A Piombino avevamo due cokerie che possiamo distinguere chiamandole la 27 forni e la 43 forni. Il Sindaco di Piombino nel 2004 ha chiuso con un’ordinanza la 27 forni perché inquinava. E’ stata costruita una nuova cokeria che possiamo chiamare la 45 forni.

Quella chiamata anche modulare ? costruita a moduli.

Esattamente. Quando è andata a regime questa nuova cokeria è stata chiusa anche la 43 forni. Poi nel corso degli anni , con la chiusura dell’intera area a caldo ha cessato anche questa nuova cokeria, che non comportava inquinamento rilevante.

Cokerie chiuse. Capito.Situazione altoforni ?

Fino al 1984 avevamo tre con dimensioni simili a quelli di Trieste – Servola ed uno con 27 tubiere costruito nel 1978. Dal 1978 è rimasto
solo l'afo 4, cioè quello da 27 tubiere che son diventate 30 al revamping del 1990. Rimasto in vita fino al 24 aprile del 2014.

Ti faccio proprio la domanda semplice e diretta perché voglio che i triestini che ci leggono la registrino senza giri di parole. Oggi l’area a caldo a Piombino non c’è ?

Non c’è proprio. E’ stata chiusa. Continuiamo la produzione acquistando blumi e billette per il laminatoio all’estero. Blumi dalla Jindall ( agli esperti ricordo che vengono prodotti da lavorazioni a ciclo integrale, perché come alcuni sapevano da anni con i forni elettrici vengono a costare un’enormità ) e billette dalla Mittal.
Sono in produzione 1280 operai e 780 in cassa integrazione. Dovrebbe venir firmato a breve l’accordo per la costruzione dei forni elettrici ma le altre notizie sui progetti per Piombino li avete già presi dalle rassegne stampa e pubblicati sul vostro blog.

Sei una miniera di informazioni, non ho trascritto tutto quello che mi hai raccontato e spiegato ma ne sai di cose.
Ho, abbiamo una certa conoscenza della siderurgia.
Ti chiederei un parere sull’operazione Arvedi che si è portato a Trieste un laminatoio dagli Stati Uniti dove dovrebbe fare acciaio speciale.
Che tipo di acciaio ? Che progetto ha ?
La stampa ha riportato dichiarazioni a proposito del lamierino magnetico, quello che producevano a Terni e che poi i tedeschi hanno trasferito la produzione in Germania.

Dovrebbe lavorare con il permesso della Tyssenkrupp ?

Credo di si. A Servola rimane la produzione di coke che serviva anche a Piombino ma ora non vi serve. L’energia della centrale ora con la nuova certificazione serve solo allo stabilimento e quindi il contributo CIP6 è finito con il saldo dello sconto anticipato. Il vagone ferroviario di ghisa liquida non si fa più perché la Sertubi non produce i tubi ma li vende soltanto. Qui a Trieste continuano a produrre panetti di ghisa ma qualcuno sostiene che diventa antieconomico produrli qui. Costa meno comperarli all’estero, Arvedi si riforniva principalmente in Ucraina prima della crisi. C’è anche l’ipotesi che Arvedi debba garantire la produzione fino ad ottobre perché ha firmato un impegno per due anni al momento dell’acquisto e che passata quella data l’area a caldo non sarebbe strategica neanche per lui. I cittadini e gli ambientalisti non hanno voglia di aspettare e di rimandare ad ottobre, troppe volte le decisioni sono state rinviate. C’è poi un continuo ripetersi di malfunzionamenti con emissioni di nuvole dal nero al rossastro al giallo che settimanalmente finiscono sui media : social o meno.


I panetti di ghisa di Servola sono di alta qualità, credo che fate ancora le colate in terra. A questo punto se prima o poi trovano una soluzione anche per l’area a caldo di Taranto, soluzione indispensabile, Servola sarà l’ultima dei mohicani con cokeria e altoforno. Ma il patto era che parlavamo di ghisa, d’acciaio e di impianti. Ciao buona giornata.

Nessun commento:

Posta un commento