Atto Camera
Interrogazione
a risposta in commissione 5-09186
presentato
da
PRODANI
Aris
testo di
Venerdì 15
luglio 2016, seduta n. 655
PRODANI,
RIZZETTO e MUCCI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per
sapere – premesso che:
la linea
ferroviaria transalpina comprende le linee costruite all'inizio del XX secolo
dall'Impero austro-ungarico allo scopo di migliorare i collegamenti fra
l'interno e il porto di Trieste, unendo le città di Člaeské Budějovice e
Trieste, al tempo entrambe appartenenti all'Impero;
il sito
online trasportiambiente.it, nella pagina «Comitato per il rilancio della
Ferrovia Trieste Campo Marzio – Opicina», in una scheda tecnica illustra come:
«la linea Campo Marzio — Villa Opicina è tratto iniziale (terminale secondo
tutti i prospetti ferroviari) della linea “Transalpina”, che collegava Trieste
a Salisburgo. La linea fu costruita nel 1906, e completata con il tratto
Villach-Salisburgo (Tauernbahn) nel 1909; il tratto Campo Marzio —Villa Opicina
misura 15 km di lunghezza a scartamento normale ed è completamente
elettrificato». La linea, in forte pendenza in alcuni tratti (fino al 27 per
mille) «presenta tre tratti in galleria, il più lungo è la “galleria
Revoltella”, di 1460 metri, tra le stazioni di Guardiella e Rozzol, all'interno
della quale la linea descrive una curva verso destra (scendendo da Opicina) di
400 metri di raggio»;
«l'interesse
ad uso traffico urbano e suburbano di questa linea è dovuto al fatto che essa
attraversa zone fortemente abitate e consente delle stazioni di salita e
discesa (due, Guardiella e Rozzol, già esistenti, oltre ovviamente alle
stazioni ai due capolinea) in punti nevralgici del traffico cittadino,
consentendo tempi di percorrenza inimmaginabili nella situazione attuale di
traffico. (...) La notevole panoramicità di questa linea (soprattutto nel
tratto tra Opicina e Guardiella) e la presenza di siti turistici sul Carso,
fanno inoltre ovviamente pensare ad un utilizzo anche turistico; l'attivazione
inoltre della linea diretta con treni veloci tra Venezia e Lubiana-Zagabria con
sosta alla stazione di Opicina, rende ancor più interessante questa linea in
chiave di collegamento passeggeri»;
un'articolo
de Il Piccolo di Trieste del 1o aprile 2014 ha evidenziato che la linea che
dalla stazione di Campo Marzio raggiunge Opicina via Rozzol e Guardiella – la
cosiddetta linea «Transalpina» – sia stata chiusa a causa di «un cedimento
strutturale nella galleria Revoltella e di alcuni guasti sui binari»; l'ufficio
stampa regionale di Ferrovie dello Stato ha fatto sapere che «la tratta della
Transalpina che collega la stazione di Campo Marzio con quella di Opicina
resterà inagibile almeno fino al 2016.»; a distanza di due anni dalla chiusura,
non è dato sapere all'interrogante se e quali interventi siano stati realizzati,
o siano in corso, per la riattivazione della linea;
l'articolo
citato evidenzia, inoltre, come: «(...) Trieste rischia anche il completo
isolamento passeggeri e merci. “La linea Transalpina, secondo l'ingegner
Roberto Carollo, capo dei volontari del Museo Ferroviario di Campo Marzio, è un
by-pass del nodo della città e un qualsiasi guasto lungo i 13 chilometri di
ferrovia che separano la stazione centrale dal Bivio d'Aurisina, sarebbe fatale
a tutti i collegamenti da e per Trieste”. Non solo. Se i lavori dovessero
iniziare nel 2016, oltre al problema dei tempi biblici di ripristino, le
Ferrovie dello Stato dovrebbero sborsare più soldi di quanti ne servano oggi
per ridare lustro alla linea, perché è ovvio che due anni di incuria
comporterebbero spese pesantissime’, afferma l'ingegnere.»;
il sito
internet trasporti-italia.com, in data 26 giugno 2014, nell'articolo
«l'Authority di Trieste chiede a FS di ripristinare la transalpina» riporta la
notizia di una missiva inviata da Marina Monassi, all'epoca, presidente
dell'autorità portuale di Trieste, al vertice del Gruppo Ferrovie dello Stato
e, per conoscenza, alla presidente della regione Friuli Venezia Giulia e alla
direzione generale per i porti del Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti. Monassi, in conseguenza della chiusura della tratta, ha ricordato
che: «tale provvedimento interno di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) costituisce
una rilevante limitazione all'accesso via ferro alle infrastrutture del Porto
di Trieste, in palese contrasto con le obbligazioni assunte dal nostro Paese in
sede internazionale a seguito dei trattati e dei relativi dispositivi a suo
tempo sottoscritti circa l'impegno a mantenere la più ampia accessibilità al
porto stesso». E ha ribadito che questa linea ferroviaria «pur non venendo
regolarmente utilizzata per il traffico merci a causa della rilevante pendenza,
rappresenta un'eventuale via di emergenza comunque fruibile in caso di eventi
straordinari che possano incidentalmente interrompere collegamento ferroviario
costiero»;
l'articolo
«La ghigliottina: le vie d'ingresso e di uscita da Trieste: ferrovia Campo
Marzio — Opicina», pubblicato sul blog FAQ Trieste (faqts.blogspot.it) il 4
marzo 2016, illustrando la linea ferroviaria attualmente non operativa,
commenta come: «prima delle chiusure e dei tagli dovrebbe esserci un confronto
tra i soggetti direttamente impegnati a decidere. Quindi un confronto
necessario tra Regione e RFI. (...)Sarebbe importante per l'attività del porto
non lasciare perdere una possibilità di questo tipo»;
in data 3
giugno 2016, il sito online TriestePrima al riguardo ribadisce come la tratta
citata in premessa sia stata «recentemente messa fuori uso dalle ferrovie
italiane malgrado sia importante per le criticità del porto, malgrado sia un
veicolo di turismo che collega rapidamente il centro città con Opicina e le
linee internazionali; malgrado abbia pendenze analoghe alla
Capodistria-Divaccia, unica linea che serve il Porto di Koper (...); malgrado
la sua riapertura sia richiesta sia dagli operatori del porto, sia
dall'Autorità Portuale, sia dagli operatori turistici (...) per il collegamento
con una stazione irraggiungibile dal Centro città e priva di servizi, come
quella di Opicina, ma in posizione strategica sulle linee internazionali;
malgrado sia un simbolo concreto di unità; pace e amicizia tra popoli e
nazionalità (...).»;
a parere
dell'interrogante va ulteriormente osservato che, alla luce dello sviluppo
portuale previsto dal piano regolatore portuale e dal decreto del commissario
di Governo nella regione FVG (Prot 19/8-5/2016) relativo al trasferimento del
regime giuridico internazionale di porto franco dal Porto Vecchio a 5 nuove
aree individuate sul territorio, mantenere un'unica direttrice di collegamento
ferroviario da e per la città risulta molto limitante e potenzialmente
rischioso: una prolungata interruzione della linea Trieste Centrale – Aurisina
comporterebbe il totale isolamento di Trieste e del suo porto. Il ripristino
della linea Transalpina, dunque, sia dal punto di vista strategico che da
quello logistico, rappresenta una necessità inderogabile –:
se il
Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
quali
iniziative urgenti intenda adottare, di concerto con Ferrovie dello Stato, Rete
Ferroviaria Italiana, Autorità Portuale di Trieste e Regione FVG per consentire
la riattivazione della linea «Transalpina» nel tratto Campo Marzio-Opicina,
chiarendo le tempistiche e le modalità d'intervento. (5-09186)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Martedì 28 marzo 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione IX
(Trasporti)
5-09186
L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico
Orientale riferisce che la linea Transalpina presenta dei condizionamenti
all'esercizio dei treni merci per le forti pendenze nella direzione Porto-Villa
Opicina e per la sua portata dei treni inferiore alla media; la portata è
tuttavia migliorabile con piccoli interventi e vanno rivisti i profili delle
gallerie per consentire il transito dei container HC (high cube).
Nei progetti della predetta Autorità di sistema
portuale c’è l'utilizzazione della linea Transalpina quale collegamento più
breve tra il Porto di Trieste e il transito internazionale di Villa Opicina e,
proprio ai fini della riattivazione della linea, l'Ente ha già iniziato un
confronto con RFI, soggetto che ha in concessione la linea in qualità di
gestore dell'infrastruttura nazionale. Inoltre, ritenendo che i tempi di
ripristino della linea Transalpina non siano lunghi, l'Autorità ha già dato
indicazioni alle imprese ferroviarie per l'utilizzazione con locomotori di
adeguata potenza per i treni merci.
Inoltre, la società Adriafer, operatore di manovra
dell'Autorità Portuale di Sistema portuale del Mare Adriatico, ha in corso la
richiesta di certificazione come impresa ferroviaria presso l'ANSF per la
tratta Trieste Campo Marzio – Villa Opicina di 15 km e per la tratta più lunga
di 34 km via Bivio Aurisina.
Dal canto suo, Rete Ferroviaria Italiana ha evidenziato
che, nell'ambito dei progetti di potenziamento previsti nell'area, la regione
Friuli Venezia Giulia ha un panorama di rilevanti interventi sulla rete
esistente i cui principali sono:
il nuovo piano regolatore di Trieste Campo Marzio e di
Villa Opicina;
l’upgrading della linea esistente Bivio Aurisina e
Villa Opicina;
il potenziamento della dorsale del porto (linea alta)
con la realizzazione di nuovi impianti terminali in Servola e Aquilinia per
avere la possibilità di inoltro diretto dei treni lungo la linea di cintura.
In questo contesto, il ripristino della Transalpina
rappresenta uno degli interventi che RFI sta analizzando, anche di concerto con
le realtà locali, per ottenere un itinerario alternativo di uscita dal porto ma
anche la chiusura di una sistema ad anello tra Campo Marzio – Villa Opicina e
Aurisina da conseguire per mezzo di nuove bretelle di collegamento tra linee in
ambito Villa Opicina.
Non meno importante è anche la funzione retro portuale
che l'impianto di Villa Opicina e Fernetti hanno già oggi rispetto al porto di
Campo Marzio e che potrebbe un domani trovare ulteriore sviluppo.
Altre modalità di utilizzo di questa linea da parte di
sistemi passeggeri o di tipo turistico sono in funzione degli accordi che
Regione e Comune potranno stabilire con RFI per l'acquisizione di nuovi
servizi.
RFI conferma quindi la disponibilità ad una possibile
riattivazione della linea, tenendo presente che il ripristino delle condizioni
di circolazione su una linea che per lungo tempo è stata sospesa all'esercizio
sarà subordinato alle opere di manutenzione delle strutture esistenti con un
costo stimato di circa 2 milioni di euro e con tempi da definire in base alla
disponibilità dei finanziamenti e a successivi approfondimenti progettuali.
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