martedì 20 gennaio 2015

UN DISEGNO DI LEGGE RIFORMERA' I PORTI ?

Mentre il ministro Lupi sta lavorando ad una delicata e complessa riforma portuale questa della Guidi viene vissuta come una entrata a gamba tesa. (Secolo XIX )

Che cosa è successo ?

Abrogati. Appena una riga per cancellare un intero articolo, quello fondante del lavoro sulle banchine e contenuto nella legge dei porti, la 84/94. Abrogati i camalli di Genova e gli altri lavoratori portuali degli scali italiani (Ravenna, Savona Civitavecchia solo per citare i principali) che agiscono sotto il regime dell’articolo 17: abrogata la Culmv con i suoi 1000 soci, almeno così come è oggi.
È tutto contenuto in una bozza del disegno di legge a cui sta lavorando il ministero dello Sviluppo Economico capitanato da Federica Guidi.



La bozza, a cui il ministero della Guidi sta lavorando dall’autunno scorso e che aveva subito, almeno nelle intenzioni di Palazzo Chigi uno stop di riflessione di 6 mesi, ha avuto un’improvvisa accelerazione. Tanto che ieri il ddl ha cominciato a circolare a Roma e ha destato scalpore. Non solo per la parte tecnica, ma anche per quella politica.

Il ministero dei Trasporti, a quanto risulta al Secolo XIX non ne era stato ancora informato e quando gli uffici di Lupi hanno appreso delle lenzuolate sui porti, sono saltati sulla sedia: per il contenuto e per la modalità.

Questa bozza, che i redattori del Secolo XIX hanno potuto visionare, sta provocando reazioni e discussioni in tutti gli scali italiani. La parte del disegno di legge sulla concorrenza che riguarda i porti non contiene solo l'abrogazione dell'articolo 17 e la regolamentazione del lavoro di banchina ma altre norme liberalizzatrici sulle concessioni e sulle scadenze, sulla possibilità ad esempio per i terminalisti di avere più concessioni nello stesso scalo per la stessa attività favorendo la creazione di monopoli, obbligando le Autorità Portuali a disfarsi entro l'anno delle quote nelle società partecipate, e altro ancora. Quasi una riforma portuale completa scippata al Ministero dei Trasporti e al ministro Lupi.

Ci saranno quindi ricadute pesanti non solo sui diritti e le garanzie del lavoro all'interno del porto di Trieste ma anche su tutta la complessa gestione delle concessioni, ricordiamo solo le polemiche della Unione Europea sull'estensione nel tempo delle concessioni approvate dal Comitato Portuale.
Tutto questo succede mentre i politici locali e nazionali ( come la presidente della Regione o il senatore Russo ) ostentano sicurezza e presentano la sdemanializzazione come un percorso privo di ostacoli, e minimizzano il fatto che la vera nomina di un presidente con pieni poteri per l'APT è legata alla riforma portuale di Lupi. 
Ci aspettiamo aggiornamenti e garanzie alla luce del colpo di mano portato dal Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Per il momento sappiamo con certezza che nonostante le dichiarazioni della Serracchiani al momento non c'è alcun atto di nomina di un presidente per il Porto, che è iniziata la proroga per la presidente uscente Marina Monassi e che il massimo che ci si può aspettare è la nomina di un commissario.


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